sabato 5 settembre 2009

RECENSIONE LA REGINA DELL'ETERNITA'( Nefertiti) di Michelle Moran


Prima edizione anno: 2007 by Random House, Crown Publishers

Edizione italiana: 2009, Newton Compton, collana Nuova Narrativa Compton, pp.423

Traduzione di: Stefania Di Natale

Categoria: Romanzo storico

Formato: hardcover/ brossura

Livello di sensualità: kisses (solo baci)

Ambientazione: Egitto, 1350 A.C. circa

Voto/rating: 5/10

Anche chi non conosce la storia dell'Antico Egitto ha sentito parlare del faraone Akhenaton, colui che pose il dio Aton al di sopra degli altri dei del pantheon egizio, e della sua consorte, la bellissima regina Nefertiti, la cui immagine, variamente riprodotta, è dovunque a vario titolo e difatti quasi tutti quindi hanno avuto la possibilità di ammirare, anche se non dal vivo, lo splendido busto conservato all'Altes Museum di Berlino.

Il libro della giovane Michelle Moran dovrebbe, almeno nominalmente, parlare appunto di Nefertiti ed attraverso di lei dell' avventura amarniana, in quello che viene presentato come un documentatissimo romanzo storico.



In realtà qui di storico c'è pochissimo, se non una discreta quanto superficiale cornice, tanto per dimostrare che l'autrice ha fatto i compiti a casa, ma oltre questo non si va.



Tanto per cominciare la protagonista non è la Grande Sposa Reale bensì sua sorella Mutnodjmet, che all'inzio della storia, benchè abbia solo tredici anni, parla e ci viene presentata come se ne avesse almeno trenta e fosse molto saggia. Peccato che al comtempo sia piuttosto sciocca, banale e dimostri di non capire molto del mondo che la circonda e tutto sommato non sia un personaggio così interessante da costruirci un romanzo intorno, visto che oltre ad essere la voce narrante, tutto viene visto attraverso i suoi occhi. Nefertiti quindi appare solo in un susseguirsi si scene selgate tra loro, che saltano anche diversi anni alla volta, come fosse una comparsa di lusso nella vita della sorella minore.



Le psicologie sono appena tratteggiate e ben poco credibili, soprattutto se rapportate all'epoca (abbiamo una regina madre che usa temini come slogan e leader!) e che rimandano più alle commedie scolastiche americane che non all'antico Egitto. A parte Mutnodjmet, che diventa Mutny sin dalle prime pagine (come se gli anichi egizi usassero i medesimi vezzeggiativi degli statunitensi) gli altri personaggi sono poco più che delle macchiette, a cominciare da Akhenaton che inspiegabilmente, viene dipinto come un ragazzino folle ed isterico che per vendicarsi della mancata adorazione popolare, si reca nella sua città orami invasa dalla peste con intenti bellicosi, facendosi contagiare e morendo poco dopo insieme e diverse sue figlie. Al di là del fatto che ciò è storicamente falso, anche da un punto di vista di coerenza narrativa non ha alcun senso e sconfina nel ridicolo. Ma il meglio, a mio avviso, la scrittrice lo raggiunge nella figura di Nefertiti: vanitosa, viziata, prepotente, egoista. La teen-ager cattiva per eccellenza, vista appunto in tantissime filmetti adolescenziali e che nulla ha a che vedere nè con la realtà ne con la verosimiglianza. Anche lei, come tutti gli altri personaggi, non ha una ragione per esistere nè il suo comportamento è giustificabile o veramente comprensibile. Sembra purtroppo, come tutto il romanzo del resto, una brutta copia dell'Anna Bolena de L'altra donna del re di Philippa Gregory, libro ed autrice di ben altro spessore e calibro.



Personalmente sono arrivata alla fine solo per forza di volontà, la sciatteria e la superficilità del tutto mi hanno davvero irritata e pur non negando una certa capacità narrativa alla Moran, sconsiglio questo titolo a tutti con l'eccezione di chi è totalmene digiuno di storia, non ha mai letto un romanzo storico e ama le letture totalmente non impegnative e di poco spessore.