domenica 29 agosto 2010

RECENSIONE I DESIDERI DI UNA CORTIGIANA (Tempt the Devil) di Anna Campbell

Prima edizione: 2009 by Avon Books


Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi Passione no.37, luglio 2010

Ambientazione: Inghilterra 1826

Livello di sensualità: hot (bollente)

Voto/rating: 7/10





Julian Southwood conte di Erith è bello, ricco e famigerato. Ha spezzato cuori e sedotto donne per mezza Europa senza rimorsi. E’ un uomo abituato ad avere ciò che vuole, quando vuole. E quello che vuole, tornato in patria dopo un’assenza di quindici anni, è la cortigiana più desiderata del paese, Olivia Raines.

Olivia dal canto suo, ha lavorato sodo per costruirsi la reputazione di migliore cortigiana in circolazione: è affascinante, sofisticata, intelligente e spietata. E’ lei a decidere chi accettare come cliente, a dettare le condizioni e soprattutto a decidere la durata della relazione. Olivia lascia sempre, non viene mai lasciata. Olivia ha tutti gli uomini ai suoi piedi e crede che anche con Erith sarà così, in modo da poter concludere in gloria una carriera che oramai le pesa moltissimo. Ma Julian, scoprirà ben presto, non è affatto malleabile e non desidera semplicemente le sue abili tecniche e le sue accurate recite, bensì ambisce a condividere con lei il piacere. Spaventata e scossa, Olivia farà di tutto per mantenere il controllo su quel rapporto e per dominare Julian, ma la determinazione di questi sarà più forte, tanto che alla fine scoprirà una parte di sé stessa che nemmeno sospettava, così come accadrà a Erith, che rimarrà impigliato nella sua stessa rete e dovrà anch’egli soccombere. Lei scoprirà la passione, lui scoprirà il sentimento.



Per una volta tanto il titolo italiano è più azzeccato di quello originale e va al nocciolo della questione: i desideri di una cortigiana. Quali sarebbero detti desideri e perché dovrebbero interessare a qualcuno? Le cortigiane, tariffe e benefit a parte, non avevano desideri da esporre ai loro clienti dato che il lavoro delle prostitute, di basso o alto bordo, era ed è quello di accontentare le voglie di chi sollecita i loro servizi, perciò parlare di desideri di una cortigiana è una contraddizione in termini. Lo è ancor di più considerato il protagonista maschile del romanzo: alfa all’ennesima potenza, prepotente, egoista, arrogante ed egocentrico. Un uomo che ha abbandonato i figli per quindici anni e che invece di passare del tempo con la figlia che sta per sposarsi e ricucire un rapporto, è sempre in fregola e ha in testa solo una professionista del sesso appena conosciuta. Ebbene, la Campbell ci vorrebbe far credere che questo modello di delicatezza e sensibilità, questo padre esemplare, che ha modi violenti anche a letto e fa solo ciò che più gli aggrada, si dedichi alla santa missione di far godere una sgualdrina frigida. Solo un uomo che ami profondamente o che rispetti moltissimo una donna perde tempo nell’assicurarsi che lei si apra, impari a conoscere e accetti il piacere. Non un uomo che le donne se le compra e che si è sempre disinteressato a cosa avessero nel cervello o nel cuore. Agli uomini non importa se le prostitute siano soddisfatte, solo che soddisfino loro e al limite fingano un’ estasi inesistente. D’altronde, buona parte di chi esercita questo mestiere è affetto perlomeno da anorgasmia, e ciò era risaputo allora come oggi. Quindi, è piuttosto assurdo che un tale personaggio e in un tale contesto storico e sociale, pretenda l’orgasmo dalla povera Olivia. Inoltre quella di far godere una prostituta è un’antica e radicata fantasia maschile: solo l’uomo più virile di tutti può riuscire in un’impresa simile; non per amore della prostituta è chiaro, ma per puro orgoglio e vanità. Dunque mi chiedo: che senso ha questa trama per un romance? Alle lettrici donne che importa di questa fantasia maschile? E come fanno ad identificarsi gradevolmente con una cortigiana o con un uomo di tal fatta? Ma più che altro, qual è il problema di Anna Campbell con il sesso a pagamento? Perché ce lo deve rifilare in ogni modo? E’ un’ossessione personale o lo fa per scandalizzare e vendere? Ancora non l’ho compreso. Apprezzo quest’autrice perché scrive molto bene ed è dotata per le scene hot, però onestamente questo libro non mi ha convinta. Olivia è un’eroina ben delineata anche se scontata e traboccante di clichees, tutti evidenti, (ben lontana dalla Francesca della Chase o dalla Coco della Ivory) e Julian, nonostante abbia dei bei momenti, rimane un immaturo vanaglorioso che non vede gli altri per ciò che sono ma per quello che gli fa comodo. Però, appunto, la Campbell è una brava scrittrice e sa quali corde muovere e quando muoverle; alla fine la lettura si rivela piacevole e decisamente superiore a tante altre. Però non mi ha coinvolta. Il libro precedente pubblicato in Italia era a mio avviso più riuscito e anche più sincero.

venerdì 6 agosto 2010

RECENSIONE JACOB (Jacob) di Jacquelyn Frank


Prima edizione: 2006 by Zebra Books



Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi Dark Passion no.4, giugno 2010

Ambientazione: contemporanea – Stati Uniti/Europa


Livello di sensualità: hot (bollente)

Voto/rating: 7-/10


Collegamenti ad altri libri: è il primo volume della serie paranormale Creature della Notte (“Nightwalkers”), così composta: 1 - JACOB (Jacob) - protagonisti Jacob e Isabella

2 - Gideon - protagonisti Gideon e Magdalegna


3 - Elijah - protagonisti Elijah e Siena

4 - Damien - protagonisti Damien e Syreena

5 - Noah - protagonisti Noah e Kestra




Ogni notte, il mondo dei non umani prende vita le creature della notte, vampiri, licantropi e demoni, si riappropriano di quell’universo che durante il giorno sono costretti a lasciare agli uomini. Germogliano come piante alla luce della luna. Si nutrono dell’oscurità. E ogni notte il demone Jacob, l’Esecutore, veglia affinché una delle leggi più sacre del suo popolo venga rispettata: mai accoppiarsi con gli umani. I demoni, infatti, sono talmente potenti e selvaggi duranti i rapporti sessuali che nessuna persona può sopravvivere ad una tale unione, col serio rischio tra l’altro di venir fatta a pezzi. Jacob previene i desideri lussuriosi dei suoi controllandoli e punendoli se li scopre in flagranza, e per questo suo ruolo è rispettato, temuto ma anche odiato. Per quattrocento anni Jacob non ha mai deviato dalla retta via, nessuna tentazione l’ha mai sfiorato finché una notte non incontra la minuta e sognatrice Isabella e la sua esistenza cambia improvvisamente: il desiderio e la passione lo travolgono, facendogli rinnegare i suoi valori e ciò in cui ha creduto fino a quel momento. Non importa il prezzo che dovrà pagare, Jacob non vuole rinunciare a Isabella e la proteggerà dagli altri demoni e dal misterioso nemico che li sta attaccando, pure quando Isabella si rivelerà essere altro dall’indifesa fanciulla che era apparsa all’inizio.

Se Lara Adrian e la Gena Showalter si sono palesemente ispirate a J.R. Ward, il modello di Jacquelyn Frank è Christine Feehan, a cui rimandano le atmosfere, il regno dei demoni e i protagonisti maschili assolutamente alpha. Per cui se volete un urban fantasy, avvincente, molto romantico e passionale questo è il libro che fa per voi. Ci sono tutti i cliches, sapientemente trattati, del genere: la damigella in difficoltà, ingenua e vergine ma che si accende non appena vede l’eroe; il protagonista molto mascolino, tutto d’un pezzo che tuttavia si scioglie come burro al cospetto dell’amata; le difficoltà ed i cattivi che congiurano per separare la coppia degli amanti; la predestinazione delle anime gemelle destinate a trovarsi e congiungersi. La parte migliore del romanzo, a mio avviso è la cosmogonia dei demoni (rigorosamente tutti con nomi biblici) inventata dalla Frank e le figure che popolano questa mondo sotterraneo - menzione particolare per il re Noah e la sorella Magdalena: risultano davvero interessanti e inducono a girare le pagine per saperne di più. Come d’altronde la Frank, benché al debutto, sfoggia una mano piuttosto sicura nella scrittura e nell’impianto della trama, eccedendo forse un po’ con il tono melodrammatico. Paradossalmente sono i protagonisti ad essere i meno convincenti, infatti se Jacob, come ho già scritto prima, è un tipico e riuscito maschio alpha, forte e coraggioso, non è ben chiaro perché debba perdere la testa per Isabella, che appare sciocca, banale e non particolarmente sveglia (in una certa scena ho avuto l’impulso di prenderla a padellate in faccia!), e sopportare tutto ciò che accadrà per lei. Più che un personaggio a tutto tondo, risulta esistere solo in funzione del ruolo che svolge nei confronti di Jacob e oltre ad essere talvolta irritante, la maggior parte del tempo rimane alquanto indifferente al lettore. Questo è sicuramente un difetto di molti paranormali, dove l’eroina è decisamente sottotono per far brillare l’eroe, togliendo però così un elemento vitale per l’identificazione di chi legge. Detto ciò la storia fila, anche quella amorosa, e si arriva piacevolmente alla fine del libro. Gradevole e divertente, senza entusiasmare, sicuramente prenderò i volumi che seguiranno.