domenica 17 gennaio 2010

RECENSIONE IL GRIDO DEL DESIDERIO (Cry for Passion) di Robin Schone

Publisher / Editore: Berkley

Publication date: 2009

Genre and setting / Genere e ambientazione: Historical, Victorian England 1888 / Storico, Inghilterra Vittoriana 1888

Format: Paperback

Sensuality Rating / Livello di Sensualità: burning / estremo

voto/rating : 9/10

Edizione Italiana: Romanzi Mondadori Passione n. 32

Collegamenti con altri libri / Connection to other books:  E' il secondo romanzo della serie "The Men and The Women Club" così composta:
1– Scandalous Lovers: storia di James Whitcox e Frances Hart, entrambi vedovi, vicini alla cinquantina
2- The Men and Women's Club : racconto contenuto nell'antologia Private Places, che ha per protagonisti i fondatori di questo particolare club (ispirato al club omonimo veramente esistito a Londra tra il 1885 e il 1889).
3– IL GRIDO DEL DESIDERIO (Cry for Passion) : storia di Jack Lodoun, avvocato collega e rivale di James Whitcox, e Rose Clarring



Jack Lodoun è un avvocato famoso ed un parlamentare, celibe, ha dedicato la propria vita al lavoro, consumato dall’ambizione. Rose Clarring è una ricca borghese che lui ha convocato al banco dei testimoni per distruggerne la reputazione, insieme a quella degli altri membri del Club degli Uomini e delle Donne, un circolo dove si discute di erotismo e sessuologia da un punto di vita scientifico. E lì, alla sbarra, mentre le sta rovinando la vita, Jack la desidera. Come Rose, mentre fronteggia l’assassino del suo buon nome e della tranquillità della sua vita, si accorge di volerlo. Tanto da chiedergli di rappresentarla per patrocinare il suo divorzio da un marito che pure ama, ma che la respinge perché non può darle figli. Sono terribilmente soli entrambi, lei perché intrappolata in un matrimonio senza condivisione, lui perché a parte la propria professione non ha altro. Lui piange la morte della donna amata, che pure era la moglie di un altro, lei si strugge per un uomo che non la tocca da undici anni perché è divenuto sterile, e non gli interessa spartire il proprio letto con una donna che non può ingravidare. Da questa solitudine assoluta, da questa deprivazione affettiva e fisica nasce il loro incontro e la loro attrazione: totale, disperata, senza freni. Si uniscono cercando di alleviare l’angoscia del loro dolore, illudendosi all’inizio che una tale condivisione non intacchi le loro anime, ma solo la loro carne. Presto, ben presto, inizieranno a pretendere di più, il sesso non sarà più sufficiente, brameranno la passione, inseguiranno l’amore. Per esistere veramente, per sciogliere l’inverno dei loro cuori, per gioire finalmente del fluire del tempo.

Se il vostro genere è il Regency tradizionale, se vi piacciono la prosa fiorita e le allusioni, se la descrizione dei rapporti sessuali vi infastidisce o vi disgusta, se preferite le trame leggere e superficiali, questo libro non fa per voi. Se invece non avete paura e vi va di sentire il fuoco sulla pelle e l’emozione stringervi il ventre, aprite questo volume ed tuffatevi nella lettura, vi immergerete in un caleidoscopio di sensazioni e sentimenti unico.
Nessuna autrice come la Schone, sa entrare nella mente e nello spirito dei suoi personaggi e soprattutto nei loro corpi. Nessuna riesce a descrivere così vividamente l’intensità, la lotta, la ricerca del piacere di due corpi che si uniscono, i loro odori, i loro sapori, la tensione per arrivare al compimento, quell’anelare a fondersi l’uno nell’altra fino a dissolversi. Smettendo di essere due, divenendo uno. La Schone non ha paura di chiamare le cose con il loro nome e anche nei passaggi più arditi, non vi è mai volgarità ma solo consapevolezza: della bellezza del corpo, non tanto dal punto di vista estetico, quanto come contenitore dell’anima di chi lo abita, come portatore di godimento, come mezzo di condivisione quando è davvero onesta, aperta e pulita. Perché lo spirito che ci anima risiede nella nostra carne e quando non ci sono carezze, abbracci, baci, assieme al nostro fisico, anche il nostro animo si inaridisce e muore. E Jack e Rose non vogliono morire, vogliono vivere. La passione è semplicemente l’anticamera dell’amore, che solo da significato alla nostra vita. E quella vita vogliono sentirla scorrere nelle loro vene e battere nei loro cuori e nel momento in cui Jack penetra Rose, lo fa così profondamente che tocca la sua essenza, tocca ciò che costituisce Rose nella sua interezza di donna. Danno e prendono senza riserve, Jack e Rose, si danno e si concedono generosamente, senza farsi fermare dal timore. Sanno che dovranno pagare un prezzo alto e sono disposti a farlo, nonostante le conseguenze sgradevoli, perché finalmente insieme loro sono un vero uomo ed una vera donna, completi.
Come sempre Robin Schone ci regala due protagonisti molto realistici, complessi ed affascinanti che rimangono dentro anche dopo aver chiuso l’ultima pagina del romanzo. Il mondo in cui vivono non è quello da favola di molti romance, ma quello duro, oscuro e difficile del periodo vittoriano, dove la donna era poco più che un oggetto e pochi erano gli uomini che sapevano rispettare una donna come fa Jack con Rose. Non la giudica mai, come lei non giudica lui, ma entrambi sanno che il loro spicchio di felicità dovrà essere conquistato, anche a prezzo di lotte cruente. L’autrice ci fa presente che molte di quelle libertà che noi diamo per scontate, sono in realtà una faticosa e recente acquisizione delle donne occidentali e che molti uomini, ancora oggi, considerano le donne solo come cose da usare per sfogarsi. Non Jack, mai Jack. Lui, come tutti gli eroi della Schone, ama Rose come persona e come femmina e ci riscalda dentro.
Anche lo stile della Schone è peculiare, meglio ancora se in originale: frasi brevi ma molto evocative, parole che tagliano come coltelli o che ci avvolgono come una pelliccia morbida e tiepida. Stillano miele nelle nostre orecchie o ci sferrano un potente destro allo stomaco. Non solo una semplice lettura, ma un’esperienza, sicuramente niente di banale o di scontato. Lasciatevi sorprendere. E lasciatevi andare.

venerdì 1 gennaio 2010