mercoledì 4 novembre 2009

VERGINI O VERE DONNE




Se il Libertino è diventato purtroppo il protagonista incontrastato del romance storico, il suo contraltare è la figura della Vergine. Ovviamente la verosimiglianza storica è a favore delle eroine vergini, poiché nel passato soprattutto nelle classi alte, l’illibatezza era un requisito fondamentale per una donna, la cui perdita veniva appunto chiamata “disonore” e se scoperta portava all’ostracismo della buona società ed alla quasi impossibilità di sposarsi. Questo perché la donna, essere inferiore, era semplicemente un bene ed una merce di scambio, il cui unico valore era quello di essere per l’appunto veramente o presuntamente intatta ed una volta deflorata diveniva rispettivamente avariata, se nubile, e comune se sposata.
Le donne nel passato, con l’eccezione di pochi periodi storici e delle classi più basse, la cui condizione di povertà portava ad una promiscuità coatta, venivano cresciute nella più completa ignoranza della propria anatomia così come di quella maschile, né avevano la più pallida idea di cosa fosse la sessualità, se non mera riproduzione dei cui meccanismi non venivano mai comunque adeguatamente informate. Normalmente i rapporti intimi dei coniugi avvenivano vestiti ed al buio, nel giro di un paio di minuti si esaurivano e difficilmente si svolgevano in una posizione diversa da quella del missionario. Anche dopo quaranta anni di matrimonio, era alquanto improbabile che una moglie conoscesse il corpo o il sesso del marito e viceversa.



Lo scenario del romance capovolge totalmente la realtà e ci propone quello che è il modello che qui ci interessa, questa specie di strano ibrido che è la Vergine letteraria. Proprio questo mese abbiamo due perfetti esempi, a vario titolo, di questa curiosa trasformazione che ha colonizzato così tanti libri da poterli citare per giorni, ovvero le protagoniste di Oceano di passione di Johanna Lindsey e La Spia dello scandalo di Celeste Bradley. Speculari nei loro comportamenti, Gerorgina e Willa sono entrambe giovani, linguacciute, piuttosto immature e superficiali, all’inizio del libro assolutamente inconsapevoli del loro corpo ed inesperte. Salvo trasformarsi in un baleno, non appena conoscono l’eroe, in maliziose ed esperte seduttrici, che non solo non temono il membro maschile, che in teoria dovrebbe essere a loro totalmente sconosciuto, specialmente quando eccitato, ma non hanno remore di nessun tipo, già dalla prima volta hanno orgasmi multipli e folgoranti, la seconda volta conoscono il kamasutra a memoria ed alla terza fanno dichiarare al protagonista libertino (che quindi ha giaciuto con almeno un centinaio di donne per tenerci bassi) che mai hanno provato un piacere simile o conosciuto amante migliore.



Più che da sorridere verrebbe da ridere, per la falsità di questa ricostruzione e per l’evidente ingenuità che questo ritratto femminile sottintende, ovvero quello dell’aderenza ai valori tradizionali e patriarcali, da cui si cerca una modesta quanto illusoria rivincita attraverso la conquista del Libertino. Come già scritto in precedenza, così si sancisce l’assoluta impotenza di queste figure e soprattutto delle donne che vi si identificano. Eppure questa figura risulta tuttora molto amata delle lettrici, lettrici che all’eroe libertino perdonano praticamente ogni perversione ed ogni accoppiamento squallido e mercenario, ma che pretendono dalla protagonista la castità assoluta. Come mai, nel 2009, senza cadere negli eccessi, non si riesce ad accettare una donna che scopra gradualmente e col tempo il proprio corpo e quello del partner, che impari, magari non in cinque minuti, ad apprezzare l’intimità con un uomo, e che arrivi con un passato anch’ella, sentimentale e sessuale all’incontro col protagonista? Perché non può essere lei che insegna ad un partner con meno esperienza, o che quand’anche egli l’abbia, lo dirozza in campo erotico? O ancora, che male c’è in una donna, che esattamente come un uomo, cerca la propria soddisfazione e tiene alla propria indipendenza? Cosa c’è di così spaventoso in una donna che possiede sicurezza e integrità, ma allo stesso tempo oltre all’amore pretende anche il piacere? Siamo sicure che certe sciocche e finte vergini ci rappresentino?

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