Prima edizione anno: 2008 by Simon and Shuster (USA) Harper and Collins (UK)
Edito in Italia da: Rizzoli, pp.445
Traduzione di: Roberta Zuppet
Formato: hardcover/ brossura
Livello di sensualità: subtle/ sottile
Ambientazione: regency
Voto/rating: 8/10
Temerariamente la McCullogh decide di continuare Orgoglio e Pregiudizio, riprendendo la storia vent’anni dopo la sua conclusione, con le sorelle Bennet ormai quarantenni e con una vita molto diversa da quella che avevano sognato. Mary in particolare, la sorella meno bella e brillante, dopo una vita dedicata ad assistere l’anziana ed insopportabile madre, decide che è giunto il momento di crearsi un’esistenza a propria misura e di rivendicare un’indipendenza che da giovane non si era permessa nemmeno di sognare. Le sue decisioni porteranno conseguenze inaspettate e grandi e necessari cambiamenti in tutta la famiglia. Con uno stile che è solamente suo ma anche in qualche modo rispettoso di quello della Austen, la McCulloch ci trasporta letteralmente dentro la storia, in una maniera decisamente più viscerale di quella della Austen, facendoci vivere e palpitare coi suoi personaggi, accompagnandoci ed accompagnandoli nella loro crescita ed evoluzione. Questi non sono più i ragazzi dell’edizione originale, ma uomini e donne che devono ormai fare dei bilanci, spesso negativi o deficitarii. Il romanzo in tutta la prima parte è pervaso da una sottile malinconia, quella dei sogni infranti e delle aspettative deluse, di quello che avrebbe potuto essere e non è stato, delle occasioni perdute. Mary, piccolo bruco che diverrà splendida farfalla, sarà la prima a voler cambiare prima che sia troppo tardi e dare un senso alla sua esistenza e gli altri saranno costretti a seguirla loro malgrado, a guardarsi dentro ed affrontare il rimosso. Proprio per questo mi sono di nuovo innamorata di Elizabeth e Darcy, sono sempre loro eppure sono diversi, più maturi, invecchiati, ma anche più profondi. Mi è parso come di ritrovare dei vecchi amici, che mi hanno divertita e commossa al tempo stesso.
Collen McCullogh è una grande scrittrice e non teme, giustamente, accuse di infedeltà. Lo spirito della Austen qui vi è intero, la sua sagacia, il suo acuto senso di osservazione, la sua sotterranea ribellione alla condizione della donna ed il desiderio di modificare una realtà ingrata e difficile. Certo la McCullogh si spinge ancor più avanti, illustrandoci le miserie oltre che della condizione femminile anche di quelle dei ceti meno abbienti e dei proletari, nonché la disperazione di chi sa alla nascita di essere condannato per non essere capitato nel giusto ambiente. Si ride, si piange e soprattutto si pensa, come la cara Jane avrebbe voluto. Alla fine si chiude il volume contenti ed un poco tristi, si vorrebbe rimanere in compagnia di tanti bei personaggi, Darcy ed il figlio più degli altri, chissà che la scrittrice non ci conceda un bis.
Collen McCullogh è una grande scrittrice e non teme, giustamente, accuse di infedeltà. Lo spirito della Austen qui vi è intero, la sua sagacia, il suo acuto senso di osservazione, la sua sotterranea ribellione alla condizione della donna ed il desiderio di modificare una realtà ingrata e difficile. Certo la McCullogh si spinge ancor più avanti, illustrandoci le miserie oltre che della condizione femminile anche di quelle dei ceti meno abbienti e dei proletari, nonché la disperazione di chi sa alla nascita di essere condannato per non essere capitato nel giusto ambiente. Si ride, si piange e soprattutto si pensa, come la cara Jane avrebbe voluto. Alla fine si chiude il volume contenti ed un poco tristi, si vorrebbe rimanere in compagnia di tanti bei personaggi, Darcy ed il figlio più degli altri, chissà che la scrittrice non ci conceda un bis.
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